Botticelli e i ripensamenti ‘Inediti’ sulla Venere

Botticelli e i ripensamenti 'inediti' sulla Venere
Botticelli e i ripensamenti 'inediti' sulla Venere

I Musei Reali di Torino raccontano, sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, una delle opere più iconiche del museo: “La Venere pudica” di Sandro Botticelli. Sono la storica dell’arte Annamaria Bava e la restauratrice Tiziana Sandri ad illustrare in un video il dipinto torinese, dove la figura della dea – su fondo scuro, disposta in piedi su un basamento come una scultura – richiama subito La nascita di Venere delle Gallerie degli Uffizi.

Acquistata nel 1920 dal finanziere e collezionista Riccardo Gualino che la donò nel 1930 alla Galleria Sabauda, l’opera fu dipinta nel momento di massima attività della bottega del maestro fiorentino, alla fine del XV secolo, negli anni 1485 – 1490. Nei tratti della Venere è sembrato riconoscere Simonetta Vespucci, giovane di ineguagliabile bellezza, amata da Giuliano De’ Medici, fratello minore di Lorenzo. Della Venere di Torino, che ha una perla tra i capelli, – si spiega nel video – esiste una versione gemella conservata a Berlino, dai colori più chiari, ma è lo stesso Vasari a ricordare che a casa De’ Medici esistevano molti quadri con nudi di donne. Perché il pittore rinascimentale dipinse più volte lo stesso soggetto? Nel 1926 il critico Leonello Venturi sostiene che la “Venere pudica” non sia altro che lo studio per “La nascita di Venere”. Per conoscere le relazioni tra le diverse Venere di Botticelli, lo scorso anno, quella della Collezione Gualino è stato oggetto di approfondite indagini diagnostiche condotte da Thierry Radelet, coaudiuvato dai tecnici del laboratorio di restauro dei Musei Reali.

Il video presenta, sotto la pellicola pittorica di tempera e olio su tela, i tratti del disegno di Botticelli che evidenziano dubbi e ripensamenti nel trovare la giusta posizione delle mani, dei piedi, delle ginocchia nella definizione degli arti e i tratti rimarcati dell’ovale del volto. Le radiazioni infrarosse portano alla scoperta del processo creativo e rivelano importanti informazioni sulla genesi dell’opera e sulla tecnica.