San Gimignano, al via il restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli

Via al restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli a San Gimignano
Via al restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli a San Gimignano

Appena partiti i lavori di restauro degli affreschi di Benozzo Gozzoli nella Chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano, dopo un primo stanziamento ad hoc di 200mila euro da parte del Ministero dei beni culturali. Una notizia attesa da tempo nella città delle torri dopo l’allarme lanciato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo e dal Comune di San Gimignano di un pericolo imminente della perdita definitiva delle scene della vita di Sant’Agostino realizzate dal celebre pittore fiorentino tra il 1464 e il 1465.

L’INTERVENTO

La Soprintendenza da alcuni anni sta monitorando l’intero complesso architettonico della Chiesa di Sant’Agostino e non soltanto gli affreschi di Benozzo Gozzoli il cui stato deriva non da una normale consunzione della pellicola pittorica quanto piuttosto da danni strutturali della chiesa sofferti per cause solo in parte chiarite, quali i movimenti tellurici degli anni passati e da i cedimenti delle sottofondazioni. Per arginare e fronteggiare questa situazione di rischio per le pitture murali la Soprintendenza ha inserito in programmazione nei prossimi anni la proposta progettuale per un intervento che comprenda la messa in sicurezza, il consolidamento delle strutture murarie, il restauro degli affreschi e il miglioramento sismico della parte absidale. Ma prima degli interventi di restauro veri e propri occorre avviare una campagna di indagini geotecniche al fine di valutare il consolidamento dei fondali e delle sottofondazioni mediante l’inserimento di micropali. A questa prima fase potrà seguire il potenziamento e il miglioramento sismico delle strutture verticali, ed infine il restauro degli affreschi, per una spesa complessiva prevista di 510mila euro.

LE DICHIARAZIONI

«Questo è considerato uno dei cicli di affreschi più importanti di Benozzo Gozzoli – ha sottolineato Andrea Pessina, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo – e sappiamo bene il ruolo che questo autore ha avuto nella storia dell’arte del ‘400. E’ importante sottolineare come questo sia un recupero che si avvia grazie all’istanza presentata dalla comunità e dall’amministrazione comunale di San Gimignano alla quale il Mibact ha risposto con un primo stanziamento che permette un progetto speciale». «Quello è il risultato di un lavoro di squadra frutto dell’unione d’intenti tra Ministero, Soprintendenza, Comune ma anche con singoli cittadini, professionisti e associazioni che insieme a noi hanno lanciato il grido di allarme per questi affreschi – ha aggiunto il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci -. “Fermeremo le lesioni che gli affreschi presentano in modo da mettere in sicurezza la pittura e per far successivamente proseguire i lavori strutturali e di studio; sutureremo le ferite degli affreschi tramite iniezioni localizzate e contiamo di smontare il cantiere per le festività natalizie” ha spiegato il restauratore Daniele Rossi.

LA STORIA

Tra la primavera del 1464 e l’autunno del 1467, Benozzo Gozzoli, dopo il brillante successo degli affreschi di Palazzo Medici a Firenze, si trasferì a San Gimignano, sotto il dominio di Firenze dal 1353. Sebbene breve, il soggiorno coincise con il più prolifico e creativo periodo della sua carriera, durante il quale produsse opere per la Pieve (oggi la Collegiata), le chiese locali e il Palazzo Comunale che importarono lo stile rinascimentale nella cittadina.

Gli affreschi a San Gimignano ci offrono una dimostrazione della sua eccellenza come interprete dell’arte sacra e civica, della sua bravura tecnica come maestro del disegno, del colore, della prospettiva, che ne fanno uno dei protagonisti delle innovazioni rinascimentali.

La commissione che lo portò a San Gimignano fu la decorazione della cappella maggiore di Sant’Agostino, una delle più venerabili e belle chiese cittadine, con affreschi splendidi sulla vita del santo titolare e padre della Chiesa. Il mecenate e ispiratore del ciclo fu Fra Domenico Strambi, originario da San Gimignano, teologo e riformatore, eminente agostiniano la cui educazione all’Università di Parigi fu sovvenzionata dai priori civici, che troviamo ritratti nella Partenza di sant’Agostino da Roma e in altre scene del ciclo. Collocata sopra una veduta topografica con monumenti antichi riconoscibili, l’iscrizione elogiativa nel cartiglio conferma che fu proprio Fra Domenico, «DOCTOR PARISINUS ET INGENS», a commissionare gli affreschi, dipinti da Benozzo nell’anno 1465.