Da Montefeltro

Da Montefeltro - Storia Rinascimentale

La dinastia nacque da un ramo della famiglia dei conti di Carpegna. Nel 1140 il territorio dei Signori di Carpegna venne suddiviso tra i pronipoti di Uldarico: Nolfo, Guido e Antonio. A Nolfo venne assegnata Carpegna, a Guido Pietrarubbia e ad Antonio il castello di Montecopiolo (secondo la descrizione della provincia di Romagna, redatta nel 1371 per ordine del cardinale Angelico, figurava fra i più ragguardevoli castelli del Montefeltro). Da questo momento Antonio assunse il cognome “di Montecopiolo” che mantenne fino al 1150, quando, trovandosi a Roma per aiutare il Barbarossa a sedare la rivolta scoppiata per la sua incoronazione, ottenne dall’imperatore Federico Barbarossa, per l’aiuto prestato, la signoria dell’odierna San Leo che all’epoca si chiamava Mons Feretrio (Montefeltro). Il conte Antonio di Montecopiolo spostò quindi la propria sede a San Leo e dal quel momento divenne di fatto Antonio “da Montefeltro”. Il trasferimento della sede a San Leo non cancellò i legami della famiglia con il castello di Montecopiolo che, durante il periodo di lotte tra i Montefeltro e i Malatesta o altri nemici, fu sempre il castello di vedetta e di difesa più temuto e infatti, tra i fortilizi dei Montefeltro, è uno dei pochi che non vennero mai conquistati e mantennero la loro inaccessibilità e oggi dagli storici è considerato a tutti gli effetti il “castello comitale” dei Montefeltro. Il primo personaggio di cui si tramandarono le gesta fu Montefeltrano I (1135-1202). Due dei suoi figli, Bonconte e Taddeo, furono ricordati come valorosi uomini d’armi.

La famiglia fu fedele all’imperatore del Sacro Romano Impero per tutta la prima metà del XIII secolo. Nel 1226 Bonconte I e Taddeo I ottennero dall’imperatore Federico II il feudo di Urbino. Nel 1247-48, periodo di crisi dei rapporti tra papato e impero, papa Innocenzo IV dichiarò nulle le investiture di Taddeo di Montefeltro su Urbino e scomunicò tutti i fedeli di Federico II nella contea. Ne nacque un conflitto armato in cui i ghibellini uscirono sconfitti. Quando anche Federico II riportò una disfatta (Parma, 18 febbraio 1248) Taddeo, insieme con i Malatesta e i signori di Carpegna, decisero di cambiare bandiera (aprile 1248). La defezione del 1248 segnò una frattura all’interno della famiglia Montefeltro: il ramo della famiglia con capostipite Taddeo abbracciò la parte guelfa; l’altro ramo della famiglia, costituito dai nipoti di Taddeo, tra cui Montefeltrano II e Ugolino, vescovo di San Leo, rimase invece fedele al campo ghibellino.

Il primo conte a proteggere anche le arti fu Guidantonio da Montefeltro (morto nel 1444), che accolse a corte Ciriaco de’ Pizzicolli e Antonio Alberti.

Papa Eugenio IV nel 1443 nominò suo figlio Oddantonio II da Montefeltro duca, con Urbino che diventò capitale dello Stato e che si preparava a diventare uno dei centri focali del Rinascimento italiano. Egli regnò però per meno di un anno, dal 1443 al 1444, prima di essere assassinato. Prese dunque il potere il fratellastro maggiore Federico, uno dei più grandi principi nello scacchiere italiano dell’epoca, celebre tanto come condottiero in battaglia che come colto mecenate delle arti. Alternò le campagne militari a una folgorante carriera di statista, occupandosi anche dell’erezione del Palazzo Ducale e proteggendo alla sua corte artisti famosissimi, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca, da Paolo Uccello a Pedro Berruguete, da Luca della Robbia a Giusto di Gand, oltre al nutrito gruppo di architetti e scultori che abbellì il suo palazzo.

Confermato duca nel 1474, promosse la costruzione di numerose rocche progettate da Francesco di Giorgio e raccolse una delle biblioteche più importanti del Rinascimento. Sposò nel 1459 Battista Sforza e resse con solida autorità il proprio regno fino alla morte nel 1482.

Dopo un periodo di reggenza da parte del conte Ottaviano Ubaldini della Carda, salì al potere suo figlio Guidobaldo I da Montefeltro, giovane promettente ma malato fin dalla giovinezza, che per tale ragione non riuscì ad eguagliare la carriera militare del padre, pur prendendo parte ad alcune battaglie come condottiero. Sposò Elisabetta Gonzaga e protesse artisti quali Raffaello, il Bramantino e Luca Signorelli. Celebre monumento letterario alla corte sua e di sua moglie è il Cortegiano di Baldassarre Castiglione. Il suo regno venne turbato dalle lotte contro lo Stato della Chiesa, in particolare le conquiste, mai di lunga durata, subite dai nipoti dei pontefici, quali il Duca Valentino e Lorenzo de’ Medici.

Guidobaldo morì senza figli, non prima di aver però adottato il primogenito di sua sorella Giovanna, Francesco Maria I Della Rovere, che divenne il quarto duca di Urbino.